Desidero condividere il mio pensiero (pubblicato sul catalogo della mostra) dedicato ai nuovi lavori esposti alla Galleria Davico, fino al 9 febbraio.
Ho sempre provato una particolare curiosità e un intenso amore nei confronti della natura ed in particolar modo per il mondo degli animali. La libertà, il mistero, la bellezza che risiede in loro mi affascina, mi attrae verso trepidazioni che l’uomo ha scelto di abbandonare e di non provare mai più. Cosa prova una gazzella nel buio della notte? Cosa vedono gli occhi dell’aquila dal cielo infinito? Quali magnifiche sensazioni sentono il ghepardo a correre a più di 100 km all’ora e la scimmia a saltare di ramo in ramo?
L’unicità degli animali mi spinge
a rappresentarli. Dipingerli significa cercare di capirli, conoscerli, amarli.
Non vorrei che le mie opere
fossero solamente riproduzioni accurate (esiste già la fotografia naturalistica
che si dedica a questo) e vorrei che lo spettatore non si limitasse al semplice
“vedere”, ma che penetrasse nel cuore della rappresentazione, entrasse in
contatto con la anima degli animali, con l’intimo mistero che li caratterizza.
Gli animali non possono parlare,
ma si esprimono attraverso la loro fisicità, che sia una posa, uno sguardo;
incrociando i loro occhi possiamo soltanto avvertire quanto i loro sentimenti
siano veri, autentici. Siamo chiamati all’esperienza di un contatto diretto,
dove ogni sguardo si sentirà penetrato dall’altro nel suo punto più intimo e
vitale. Vorrei che questi sguardi scatenassero in noi la consapevolezza di una
natura immensa, maestosa, imprevedibile, potente, ma allo stesso tempo fragile,
rara, delicata.
Dopo aver visto l’occhio
assassino del leone in libertà e sentito nella notte stellata l’imprevedibilità
dell’elefante, mi sono chiesta come animali di un’importanza e nobiltà simili
possano essere in via d’estinzione.
Solo l’egoismo umano può
cancellare dalla Terra tanta bellezza, tanta irripetibilità.
Cosa c’è di più magico nel corno
di un rinoceronte che non vederlo attaccato alla testa del suo proprietario?
Come si può avere la presunzione di vedere una tigre senza la sua pelliccia, un
delfino senza il suo oceano?
Tutto questo finirà soltanto
quando l’uomo si renderà conto di non essere “l’animale speciale” che crede, ma
si metterà alla pari, considerando gli animali “come popoli altri, coinvolti
nella trama della vita e del tempo, compagni di prigionia dello splendido e
faticoso travaglio della terra.” (Henry
Beston)
Concludo con due citazioni, a cui sono molto legata e che penso racchiudano e descrivano in
poche parole ciò che voglio esprimere con i miei quadri: “Il compito più
alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà” (Émile Zola).
“Ciò che realmente mi stava più a cuore era di addestrare
il più possibile l’occhio e la mano nel riprodurre gli oggetti della natura e
dell’arte.” (Goethe).
Quindi il richiamo alla libertà e alla purezza
dell’universo, un assordante inno alla vita.
Vi aspetto alla Galleria Davico (Galleria Subalpina 30, Torino) fino al 9 febbraio dal martedi al sabato 10-12.30 e 15.30-19.
Vi aspetto alla Galleria Davico (Galleria Subalpina 30, Torino) fino al 9 febbraio dal martedi al sabato 10-12.30 e 15.30-19.