mercoledì 15 maggio 2013

L'iniziazione del cacciatore


"Leone", olio su tela, 30x40 cm, 2012

Era il tempo in cui in Africa la caccia al leone costituiva l'ultima tappa dell'iniziazione dei ragazzi. Dopo la loro preparazione presso gli uomini del clan, partivano un mattino armati solo di una zagaglia e dell'esperienza acquisita. Ognuno partiva da solo e doveva tornare l'indomani recando la pelle di un leone adulto. Accadeva che un iniziato venisse ferito o ucciso nel corso della sua ricerca, persino che scegliesse di fuggire; più raramente, che rientrasse a mani vuote e affrontasse l'umiliazione di doversi occupare tutta la vita degli armenti, dei lavori dei campi o della raccolta. Ma il più delle volte coloro che riuscivano nell'impresa, entravano fieramente nella casta stimata dei guerrieri cacciatori, con l'incarico di proteggere il villaggio dai predatori. Fra tutti questi iniziati, c'è stato una volta un ragazzo ostinatamente deciso a entrare nel clan dei guerrieri. Aveva superato senza battere ciglio le prove preliminari e attendeva febbrilmente il grande momento della caccia. Finalmente è partito senza ombra di esitazione verso una tana di leoni. Solo che quel giorno faceva particolarmente caldo e le belve avevano disertato le tane per raggiungere certamente qualche pozza. Dall'alba al crepuscolo, il ragazzo ha fatto il giro dei bracci morti del fiume, degli stagni, delle lagune... Invano. Sembrava che tutti i leoni si fossero passati parola per fargli fallire l'iniziazione. Il giovane cacciatore ribolliva d'impazienza vedendo che stava già scendendo la notte, quando all'improvviso si è trovato faccia a faccia con un leone. Era un grande maschio dal dorso possente, dalla criniera lunga e folta e - fortuna straordinaria- malgrado l'imminente oscurità, si distingueva chiaramente che il suo pelame era completamente bianco. Era un vero felino da sogno, un capo branco, il re dei leoni! Già raggomitolato, con la lancia al fianco, il giovane cacciatore fissava la belva per prevederne l'attacco. Il leone invece, rimaneva disteso nella sterpaglia, l'osservava senza ruggire e pareva non avesse alcuna voglia di caricare.
La cosa non andava. All'iniziato non avevano mai parlato di un caso simile. Se un leone si sentiva in pericolo, doveva attaccare! Il ragazzo agitava le braccia in maniera disordinata, lanciava imprecazioni, faceva tintinnare furiosamente i suoi sonagli... Purtroppo il leone non si muoveva e continuava a fissarlo. Con i sensi all'erta il giovane ha deciso di avvicinarsi di più. All'improvviso ha sentito un forte odore di sangue. L'animale presentava infatti un profondo squarcio al petto e la sua inerzia proveniva da quella ferita che lo immobilizzava e doveva tormentarlo davvero terribile se non riusciva ad emettere il più piccolo suono. Così il ragazzo non doveva far altro che finirlo e tornare al villaggio con la pelle di un leone bianco! Che accoglienza e che feste gli avrebbero fatto! Che posto avrebbe occupato da allora in poi fra i guerrieri! Una cosa tuttavia lo turbava. Che cosa avrebbe detto quando gli avrebbero chiesto di raccontare la lotta? Che poesia e che canzone avrebbe scritto sul suo combattimento? Una vittoria senza rischi era alquanto imbarazzante. Non sapendo che fare, l'iniziato si è seduto nelle tenebre a quattro passi dal leone. Masticando un filo d'erba secca, rifletteva guardandolo. I riflessi lunari giocavano negli occhi della belva e al ragazzo sembrava di potere ormai leggere chiaramente nel suo sguardo. In maniera pacata e senza pretese, il leone gli diceva: -Prendi la mia vita e a te andranno tutti gli onori del tuo clan. Naturalmente, dentro di te saprai che sei venuto meno alla tu iniziazione. Ma avrai tanti altri combattimenti... Altrimenti, se mi lasci in vita, tutto è finito, i tuoi non ti chiederanno più nulla. Però, dentro di te, saprai di valere assai più di quanto loro pensino. Fà la tua scelta.
Il mattino, il giovane è tornato al villaggio a mani vuote. Nessuno gli ha parlato o lo ha rimproverato e lui è andato direttamente a occuparsi degli armenti. Del resto è quanto ha fatto fino alla fine dei suoi giorni. Ma intanto i guerrieri del clan non hanno mai dovuto esibire il loro coraggio per difendere le bestie. Finchè le custodiva lui, nessun leone si avvicinò ad esse.

Il racconto ha parlato,
Adesso tace.


Da "Racconti di bestie sagge e animali impertinenti"
Jean Jacques Fdida

Nessun commento:

Posta un commento